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Guerra e Pace, fatto!

All’inizio di quest’anno mi sono imbarcata in un’impresa, una piccola impresa, una piccola impresa da lettrice.
Dopo mille promesse e un tentativo fallito alle spalle, ho preso l’impegno con me stessa che finalmente avrei letto tutto Guerra e Pace.

Ci sono riuscita.
Ci ho messo più di nove mesi, come una gravidanza infinita, ma ce l’ho fatta.

Vi risparmierò la mia critica letteraria perché, onestamente, non credo di averne i mezzi e poi si tratta del classico per eccellenza, avete l’imbarazzo della scelta, molte persone molto più preparate di me si sono già espresse al riguardo, prendete una, dieci, venti analisi e sarete soddisfatti.

Io scrivo questo post perché, in primo luogo, voglio celebrare l’impresa, non sarà niente di speciale ma io sono contenta di averla portata a termine, e poi, in seconda battuta, vorrei condividere con voi i pensieri e i sentimenti, che mi hanno accompagnata in questi mesi, nei confronti dei numerosi personaggi che popolano le pagine di Tolstoj. Non come personaggi, inattaccabili, ma come persone.

 

I miei sentimenti nei confronti delle “persone” di Guerra e Pace

Iniziamo con lui, Pier. Io a Pier voglio bene come a un fratello.
In alcuni momenti l’avrei preso a randellate ma sempre spinta da quell’affetto fraterno, stimolato e irritato dalla sua innata capacità di fare sempre pessime scelte.

La moglie e il cognato di Pier non meritano, invece, neanche di essere citati per nome. Loro bruciano nell’inferno letterario, quello popolato dai pessimi. È quello il loro posto, in quanto esseri fastidiosi e spregevoli. Posto ancor più meritato dal fatto che in vita risultino anche ben voluti dalle masse. Masse cieche e sorde, evidentemente.

A Natasha voglio bene come a una cugina. Alla lontana. O, anzi, in effetti proprio come a una cognata. A tratti di più. A tratti di meno. Molto di meno.
Voglio più bene a lei di quanto comunque ne voglia a Nikolaj, suo fratello, viziato, freddo ed ego riferito.

Allo stesso modo, voglio più bene a Marja di quanto ne voglia al di lei fratello, Andrej. Ammirevole nella sua complessità ma a cui, personalmente, non perdonerò mai l’atteggiamento nei confronti della povera baffuta prima moglie.

Sonja, apprezzata all’inizio, è poi sbiadita nei miei pensieri e nei miei affetti con il progredire della storia. Ed è così che doveva essere. Tolstoj è un genio e fa con i suoi personaggi e con i suoi lettori ciò che vuole. Maestro.

Per quanto riguarda lui, il protagonista che non c’è ma è sempre presente, Napoleone, non voglio più sentir parlare delle sue imprese per almeno un anno. Ho un bisogno disperato di disintossicarmi dalla sua figura.

E voi che mi dite? Quali sono i sentimenti che vi legano ai personaggi di Guerra e Pace?

N.dA.: Io l’opera l’ho audio ascoltata su Audible, le versione cartacee sono mille, volendo a costo zero, si trova il PDF online.

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